Gli attrezzi

In questa sezione, parleremo degli attrezzi del pioniere e del loro uso in modo da riuscire a fare i nostri lavori bene, con il minor dispendio di energia possibile e in sicurezza. Parleremo anche della loro manutenzione perchè è importante che ogni pioniere eviti sprechi dovendo ricomperare nuovi attrezzi per ogni nuovo lavoro.

IL COLTELLO

E’ l’utensile che ogni pioniere dovrebbe assolutamente possedere e saper usare. Il coltello più adatto deve rispondere a determinate caratteristiche. Il coltello che si addice alle nostre esigenze è, se possibile, a serramanico, non a scatto con la lama preferibilmente in un acciaio ossidabile; cioè che faccia la ruggine se bagnato e questo non per porre più difficoltà nella manutenzione dell’utensile, ma perchè l’acciaio inossidabile ha si la prerogativa di non arrugginire, ma ha anche il pessimo difetto di perdere più facilmente l’affilatura, l’acciaio che si ossida tiene meglio il filo. Fate molta attenzione alla sua forma perché certe forme di lame sono più pericolose per la vostra incolumità e meno adatte a lavorare il legno. Assolutamente, da evitare è quella a “stiletto” caratteristica dei coltelli a scatto: la lama è stretta a scapito della resistenza nel momento in cui si attrezzidovesse fare forza sul coltello. Per affilare un coltello si deve ricorrere ad una pietra ad acqua a grana fine che si può acquistare nelle ferramenta, si vede di tanto in tanto usare nelle campagne dai contadini intenti a falciare il fieno. Esistono delle altre pietre che vanno usate sia a secco che con olio, ma sono senz’altro più adatte per affilare utensili più piccoli le une, scalpelli da falegname le altre. Non utilizzate il coltello per usi non adatti ad esso. Comunque, di qualsiasi tipo sia il nostro coltello è bene sia protetto da un fodero appeso alla cintura. Ricordatevi che se il manico del coltello è di legno è importante che non sia verniciato, se è verniciato si consiglia di togliere la vernice in modo da non provocare delle vesciche alle mani.

LA SEGA

Quella che si addice maggiormente alle nostre esigenze è chiamata ” ad arco ” o “canadese”. E’ formata da una lama che deve essere lunga almeno 45 centimetri e da un vero e proprio arco di metallo tra cui essa è sega1tesa. La lama ha una serie di denti formata da tre o quattro triangolari, che servono a tagliare il legno, intervallati da uno dalla forma a “coda di rondine” che ha lo scopo di trascinare al di fuori del taglio la segatura formatasi che potrebbe arrestare la corsa della lama. Questa forma caratteristica della lama è adatta al taglio di legna verde, ma si presta anche all’utilizzo con legna secca. Diversamente una sega avente una lama composta unicamente da denti di forma triangolare è senz’altro più indicata per tagli di legna secca. La sega e’ molto più utile di un accetta soprattutto quando si va a legna per il fuoco e si può usare per molteplici lavori di pionieristica con lo stesso risultato dell’uso di un accetta. Un’altra caratteristica essenziale per una buona sega è quella di avere la lama orientabile, in modo da darci la possibilità di lavorare in spazi ristretti come tra i rami di un albero.

L’ACCETTA

Altro utensile importante per il pioniere è l’accetta, quelle adatte al nostro scopo sono chiamate “canadesi”. Sono costituite da un ferro e da un manico sagomato in modo da consentire la miglior presa possibile ed il minor sforzo in fase di lavoro. La nostra accetta ha un ferro quasi rettangolare, cioè non presenta una ACCETTA1lunghezza del taglio di molto maggiore della parte che accoglie il manico. Utilizzandola spesso per tagliare legna verde, dobbiamo offrire al legno una superficie limitata perché altrimenti il ferro verrebbe facilmente trattenuto dal legno umido. Viceversa quelle con un taglio più esteso sono da usarsi prevalentemente per la legna secca e sono chiamate “italiane”. Il peso del ferro non dovrebbe superare i 600 grammi, altrimenti sarebbe troppo pesante e ci costringerebbe a lavorare male: in ogni modo ci sono accette di peso differente e ognuno dovrebbe utilizzare l’accetta del peso ideale per la sua forza. Ogni accetta che si rispetti ha una buona e robusta custodia che la custodisce e la rende più sicura durante il trasporto o il “riposo”.

IL BADILE

Per tutti i lavori di scavo si deve usare un badile. L’attrezzo più adatto alle nostre esigenze è formato da un manico di circa 70-80 centimetri alla cui estremità è fissata una maniglia, con la parte da scavo Badiletriangolare. Inadatti sono quei badiletti con il manico pieghevole e avvitabili o le pale che usano i muratori. I primi perché sono deboli e inadatti per scavi su terreni duri e per buche profonde, i secondi perché hanno un ferro molto grande (comunemente utilizzati nei cantieri edili per raccogliere la sabbia in grandi quantità) e sono pesanti ed ingombranti per l’uso che noi ne facciamo, che è prevalentemente destinato a lo scavo di buche per costruzioni; buche non troppo grandi perchè devono contenere al massimo un palo. Il primo movimento da fare è quello, impugnato saldamente il nostro attrezzo per l’apposita maniglia, di colpire verticalmente e violentemente il terreno dove si vuole scavare. Il secondo movimento sarà premere con la pianta dello scarpone per conficcare bene il ferro nel terreno, il terzo movimento è quello di piegarsi e afferrare con la mano rimasta libera il manico molto vicino al ferro e cosi facendo spostare la terra “tagliata” di fianco allo scavo.

IL PICCONE

 

Altro attrezzo da scavo importante è il piccone. Capita, a volte, che le imprese edili scartino quest’attrezzo quando è troppo usurato o perché privo del manico per la conseguente rottura; picconenel primo caso l’attrezzo si presenta alleggerito e quindi più maneggevole, nel secondo basterà recarsi da un comune ferramenta e provvedere al solo acquisto del manico. Per usarlo correttamente non occorre forza, ma ci vuole resistenza per lavorare a lungo. A differenza dell’accetta, il ferro viene montato non infilando da sopra il manico perchè è più stretto sull’impugnatura e più largo in alto. Questo fa si che debba essere infilato dall’impugnatura e portato fino all’altra estremità del manico  magari rifilandolo con della carta vetrata o una raspa da legno. La sua forma evita che il ferro sfugga da manico. Anche il manico del piccone deve essere sverniciato; il legno migliore è la robina.Il piccone presenta due estremità diverse, una è a paletta e l’altra è un grosso punteruolo. La prima va usata prevalentemente per scavare la terra, la seconda serve quando si debba spaccare una pietra o qualcosa di altrettanto duro.

METRO E MATITA

Inconsueti ma molto importanti sono questi due altri attrezzi: il metrometro e matita serve per aumentare il grado di precisione col quale effettueremo le nostre misurazioni (l’alternativa sono il classico “occhio” o la “spanna”, ma vogliamo ammettere che non tutti siamo uguali?); la matita è lo strumento che completa la nostra precisione nell’indicare ogni misura. Una matita adatta al nostro scopo è quella usata dai falegnami con una mina grossa che andrà appuntita dandogli una forma a scalpello.

IL RASTRELLO

Essenziale rastrelloper la pulizia dell’area dove si è lavorato: spesso restano a terra trucioli ed altro che oltre a “sporcare” possono essere, specie in un bosco, esca eccellente per gli incendi. Non occorrono rastrelli di enormi dimensioni, ma un semplice arnese a 12 denti (circa) potrebbe essere ideale per facilità d’uso e trasporto. Naturalmente per il manico si utilizza un ramo che si trova sul posto, eviterete di portare da casa un peso inutile. Il chiodo che serve a fissare il rastrello al suo manico è l’unico che si deve portare al campo.

Per conservare correttamente gli utensili in sede un metodo pratico è preparare un’asse di legno, sufficientemente larga, appesa al muro con dei chiodi a “L” sulla quale appendere i diversi attrezzi. Sarebbe bene disegnare il contorno degli attrezzi con un pennarello, in modo da metterli sempre al loro posto. Al campo io sconsiglio di andare con  quelle pesantissime casse di legno: ogni componente della squadriglia potrebbe farsi carico di trasportare un attrezzo nello zaino se possibile e per quelli più voluminosi sarebbe comodo includerli nell’attrezzatura di Reparto. Tutti gli attrezzi descritti fino a qui, servono per la pionieristica che potremmo definire classica. Esiste una specialità della pionieristica che ci arriva dalla Francia che prende il nome di “FROISSARTAGE” e che utilizza oltre a questi già visti anche degli utensili particolari.

 

 

 

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