Pongono il loro onore nel meritare fiducia

Inizia con il primo articolo “Pongono il loro onore nel meritare fiducia”, questa fantastica scoperta della legge scout. Andremo ora a scoprire insieme il significato di queste parole.

BpSe un esploratore dice: “è così, sul mio onore”, ciò significa che è davvero così, proprio come se avesse fatto il più solenne dei giuramenti. (B.P.)

Senza il concetto dell’onore cade l’ideale stesso dello Scautismo. Quando Baden-Powell ha fissato questo primo articolo della Legge, aveva in mente la visione di un mondo nuovo, popolato da ragazzi e da uomini veritieri ed onesti, gente senza piani tortuosi e segreti nella mente. Ogni cosa in questo mondo nuovo sarebbe stata chiara ed aperta, onesta e schietta. Questa stessa visione abbiamo avuto noi quando abbiamo accettato per noi l’ideale scout. Con la Promessa scout abbiamo assunto su di noi l’impegno di essere uomini sul cui senso d’onore chiunque possa contare. Ci siamo impegnati di nostra libera volontà: ora il nostro senso dell’onore ci obbliga a mantenere questa Promessa perché vogliamo essere uomini in un mondo nuovo. Dobbiamo essere pronti a sacrificare i nostri piaceri, i nostri comodi e perfino, se fosse necessario, la nostra stessa vita per il nostro onore. Lo scrupolo di essere veritiero ed onesto deve essere sempre e costantemente desto nello Scout, nelle piccole come nelle grandi cose: non si è più veritieri ed onesti quando si cerca di non pagare il biglietto in tram, quando si cerca di evadere qualsiasi norma o regolamento, quando ci si siede al tavolo per studiare ed invece ci si mette a leggere un libro d’avventura o a fare pupazzetti… Non si è veritieri ed onesti quando si cerca di barare ad un gioco, come anche semplicemente quando non si sa perdere; quando non si porta a termine col proprio meglio un incarico che ci si e assunti.

onore

L’onore dello Scout e della Guida allora non è quello che ci viene dato da una condizione esterna, come l’appartenenza ad un gruppo o una qualche forma di “investitura” da parte di chi può sancire questo nostro attributo sulla nostra testa. Non si è uomini d’onore perché una qualsiasi “onorata società” (sia pure anche un’associazione scout, o l’appartenenza a qualche esclusivo circolo di filantropi o benefattori) ci cuce addosso questo aggettivo. L’onore è nostro, solo nostro, può esserci riconosciuto o tolto solo se noi lo vogliamo: esso scaturisce dal nostro essere coerenti ad un modello ideale e valoriale che ogni giorno testimoniamo con la nostra vita. Non a caso B.-P. non ci chiede di dare fiducia a qualcuno, ma ci chiede di meritare la fiducia degli altri. E per meritare la fiducia dobbiamo innanzitutto fare in modo che le persone pensino di noi che siamo affidabili (affidabile e fiducia… stessa radice linguistica… come per la parola Fede), coerenti, coraggiosi, leali… ecco perché il primo articolo della nostra Legge è in un certo senso il basamento su cui poggiano tutti gli altri: una condicio sine qua non che non possiamo ignorare. A cosa servirebbe essere leali, fraterni, puri, ubbidienti, se poi queste caratteristiche non fossero poste al servizio degli altri, se non ci servissero per meritare la fiducia di chi ci sta attorno? E non dimentichiamo che dopo aver guadagnato la fiducia altrui dobbiamo anche spendere questa condizione, non basta essere buoni, ce lo ricorda B.-P., ma il nostro impegno va profuso per fare il bene.

Per una breve riflessione sul primo articolo della Legge scout credo sia necessario considerare i termini con cui è formulato. Intanto si rivolge a delle persone ben precise: si rivolge a Guide e Scout, a ragazze e ragazzi che hanno iniziato il cammino che li porterà nella vita ad una particolare esperienza di incontro con Dio, gli altri e con quanto li circonda. È ovvio che incontrandosi con gli altri, lo Scout (o la Guida) si chiede come gli altri lo vedano, come lo considerino, se meriti fiducia e amicizia. In una parola sente dentro di se è accettato, considerato e amato. Il sentirsi considerato e amato lo fa “sentire bene” e questo lo spinge ad aprirsi agli altri perché gli altri lo fanno sentire bene, gli danno fiducia e si sente accolto. Nella Bibbia ci sono tanti esempi di persone che si sentono amati dal Signore e di conseguenza, si sentono anche investiti di un compito di grande fiducia, anche quando questa costa fatica, sofferenza e a volte anche la vita. All’inizio del libro del profeta Geremia si trova il racconto della sua vocazione dove viene descritto chi è il giovane che Dio ha scelto e nel quale ripone tanta fiducia (leggi Geremia 1, 4-10). Per quanto giovane lo Scout deve imparare da subito che “meritare fiducia” non significa sottomissione passiva, ma dialogo autentico, che fa crescere, anche se a volte fa soffrire; meritare fiducia significa sentirsi considerati e amati dai Capi, dagli altri, ma anche in modo speciale da Dio verso il quale si esprime la propria “confidenza”, sapendo che Dio sarà sempre con lui in ogni situazione di vita. (Padre Francesco M. Polotto, O.S.M.)

 

2° Articolo: Sono leali >>

Buona parte delle riflessioni sono tratte dal libro “chiacchierate sulla legge scout” di Andrea Padoin e P.Francesco Maria Polotto O.S.M.

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