Sono leali

Il secondo articolo della legge recita, “sono leali”; andremo ora a scoprire insieme il suo significato, proprio come intendeva il nostro fondatore B.P. quando lo ha pensato e scritto. (con le parole di Mario Sica e Andrea Padoin)

sono leali 2– La lealtà non è una questione di parole, ma di essere, se stessi, perciò essa tocca il profondo dell’uomo, il suo cuore dal quale, dice Gesù: “Escono le intenzioni cattive”. (Mc 7,19-23)

Capita ogni tanto – traducendo un testo dall’inglese, di lasciarci fuorviare dalla somiglianza di due parole nelle due lingue e di procedere ad una traduzione sbagliata; se traducessi ad esempio factory con fattoria avrei preso un bell’abbaglio, perché fattoria in inglese si dice farm e factory invece significa fabbrica. Lo stesso abbaglio è stato preso fin dall’inizio nella traduzione italiana del secondo articolo della Legge scout scritto da B.-P., che nella formulazione originale e definitiva recita: “A Scout is loyal”, e che noi abbiamo tradotto con “lo Scout è leale”. Eh sì, ma loyal in inglese non significa leale, bensì fedele. E la traduzione corretta sarebbe quindi stata “lo Scout è fedele”.

A dirla tutta, non esiste in lingua inglese una parola perfettamente sovrapponibile al nostro concetto di lealtà. Quella che si avvicina di più è faithful, che chiama in causa però il termine fede (faith, appunto), usato anche in senso religioso. L’inglese ha due termini per indicare il concetto di ‘fedele’: loyal e faithful. I due termini sono molto vicini, ma una sfumatura di differenza c’è. Faithful implica una costante, ferma adesione ad una persona o ad una istituzione cui uno è legato da un giuramento, da un obbligo religioso o giuridico, ecc. (The faithful è tradotto con: i fedeli). Loyal implica un saldo attaccamento ad una persona, a una causa o ad un’istituzione che uno ritiene in coscienza di dover appoggiare o difendere, per scelta o convinzione personale.

sono leali

L’aver sempre utilizzato il concetto di lealtà nel secondo articolo della Legge scout ci ha quindi un po’ allontanato dal vero significato che vi voleva dare il Fondatore, non a caso posto per secondo subito dopo il primo che riguarda l’onore e la fiducia. Mentre non si può essere fedeli senza
essere leali, non è vero il contrario: la lealtà non include necessariamente la fedeltà. Pensiamo a due coniugi che non si amino più e che anzi provino un sentimento per altre persone. Possono comportarsi con lealtà reciproca – e cioè con franchezza, sincerità, onestà – dicendosi tutto: ma la loro fedeltà sarà probabilmente venuta meno. Ecco il punto: la lealtà a cui facciamo riferimento
deve essere di più di quanto comunemente si intenda con questo termine: siamo chiamati come Guide e come Scout ad essere fedeli ai nostri ideali, cioè a portarli avanti con lealtà, convinzione e determinazione. Non siamo chiamati ad essere fedeli come lo sanno essere i cani, ma come lo può essere un individuo che rimane coerentemente legato ai suoi valori.

Il termine lealtà invece deriva dal latino legalitas. Possiamo dire che la lealtà si esprime attraverso l’adesione ad uno schema di regole, condivise nella comunità in cui si vive, e sulle quali siamo giudicati dagli altri. Lo insegniamo fin dall’inizio ai Lupetti ed alle Coccinelle: la lealtà è uno dei principi educativi a cui verte buona parte della metodologia delle prime Branche, incentrata appunto sul gioco, e sul gioco leale. Se mi comporto conformemente a quelle regole sono leale, se mi comporto in contrasto ad esse sono sleale. Aggiungerei quel passo in più di cui sopra: se le condivido e le faccio mie: sono fedele. Il secondo articolo della Legge scout quindi ci propone una modalità con cui intendere la nostra vita e i nostri rapporti con gli altri, ed anche una modalità precisa con cui rapportarci a tutti gli altri articoli della stessa Legge: ecco allora che saremo lealmente fraterni, lealmente ubbidienti, lealmente servizievoli, lealmente laboriosi, e così via. Non solo: il concetto di fedeltà caro a B.-P. ci chiede uno sforzo in più: ci chiede di aderire eticamente fino in fondo a questo schema di valori, di incarnarli, di farli nostri spontaneamente… in una parola di esservi fedeli.Questa riflessione sulla lealtà non è differenziabile per genere, siamo chiamati ad essere leali – come recita l’articolo completo nella versione di B.-P. – nei confronti del nostro Paese, dei nostri superiori o subordinati.Ma siamo chiamati anche a riconoscere la lealtà di chi ci amministra, di chi ci governa, di chi dirige il nostro lavoro o di chi lavora alle nostre dipendenze… è un nostro diritto non essere fedeli (leali sì, sempre!) a chi non è leale con noi,
a chi tradisce la nostra fiducia. Eh sì, perché la nostra fedeltà, quella a cui puntava B.-P., non riguarda le persone ma le idee, non gli individui ma ciò che essi testimoniano, altrimenti si tratterebbe della fedeltà
del cane, che rimane fedele al padrone anche se maltrattato.Questo il senso da dare al concetto di lealtà/
fedeltà espresso nella nostra Legge.

“Nella Bibbia non si riscontra la parola “leale/lealtà” con le sfumature che essa ha nelle lingue moderne. La parola che comprende questo concetto è “fedeltà/fedele” nel senso di essere “fedeli all’Alleanza” che Dio rinnova continuamente e alla quale Dio stesso è fedele, mentre Israele/uomo continua ad essere infedele come lo fu nel deserto appena dopo l’uscita dall’Egitto. La parola “fedeltà” nella Bibbia viene quasi sempre accostata a un altro termine che riguarda Dio: “bontà paterna/tenerezza”, che indica un sentimento vivo da parte di Dio per il suo popolo, un sentimento che dal cuore di Dio si riversa con sovrabbondanza sul popolo d’Israele e su ogni uomo. Quando non si è fedeli a Dio, sparisce anche la fedeltà verso gli uomini, e si commettono tutte le cose vergognose denunciate ancora una volta dai profeti di tutti i tempi: ingiustizie, sopraffazioni, violenze di ogni tipo, inganni. Nell’infedeltà, l’altro non è più visto come fratello, verso cui essere fedeli perché Dio è garante della fedeltà, piuttosto come colui che invade il territorio, mi priva di qualcosa, quindi lo considero un nemico da combattere, uno da sottomettere e sfruttare. Per quanto un figlio sia disobbediente, bugiardo, infedele, disonesto, sleale, Dio non lo abbandona mai per quella bontà paterna che supera ogni infedeltà e chiama Israele/uomo a tornare a Lui. Quando ritorna, le parole di Dio sono dolcissime, come ci sono state trasmesse dal profeta Osea [14, 5-8]:

“Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente, perché la mia ira si è allontanata da loro. Sarò come rugiada per Israele; fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano, si spanderanno i suoi germogli e avrà la bellezza dell’olivo e la fragranza del Libano. Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano, fioriranno come le vigne, saranno famosi come il vino del Libano.”

Gesù è colui che vive perfettamente la fedeltà e porta a compimento l’antica Torah (Legge), anzi l’antica Alleanza sarà trasformata nella nuova Alleanza. Nel dono della sua Vita, nel suo Corpo e Sangue, nuova Alleanza, si comprende il modo autentico di essere fedeli a Dio. La novità nel vivere la fedeltà, e di conseguenza l’onestà, la sincerità e la lealtà nei confronti del fratello, Gesù ce la indica con in suo comandamento: “Che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati” [Gv 15,12]. Il comandamento di Gesù non annulla l’antica Alleanza, ma la porta a compimento in un vortice di amore, che si fa dono della vita all’altro, amato come fratello, figlio dello stesso Padre.”
Padre Francesco M. Polotto, O.S.M.

La lealtà (essere leali) è allora, essere una persona autentica che prima di DIRE, VIVE, è una persona nel cui agire non c’è contraddizione e nella cui bocca non c’è inganno. Lealtà è piena riuscita di sé, secondo, un progetto di vita autentico. LA LEALTÀ È TRADURRE, CON COERENZA E FEDELTÀ, UN IDEALE IN VITA CONCRETA.

<< 1° Articolo: pongono il loro onore nel meritare fiducia

3° Articolo: si rendono utili e aiutano gli altri>>

Buona parte delle riflessioni sono tratte dal libro “chiacchierate sulla legge scout” di Andrea Padoin e P.Francesco Maria Polotto O.S.M.

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