Sono puri di pensieri, parole ed azioni

“Sono puri di pensieri, parole ed azioni”… Eccoci qui, alla fine di questo percorso durato 10 giorni. La (ri)scoperta della legge è stata un opportunità per tutti di capire un po il senso da dare a gli articoli che essa contiene, che a volte sembrano solo delle parole dette a memoria.

puri 1“… GUARDATE LONTANO, E ANCHE QUANDO CREDERETE DI STAR GUARDANDO LONTANO,GUARDATE ANCOR PIU’ LONTANO”. E’ puro chi ha il coraggio di seguire la propria coscienza. E’ puro chi rispetta gli altri e riconosce il loro almeno il 5% di bene che possiede. La purezza è trasparente aperta sincera e coraggiosa.

“A Scout is clean in thought, word and deed”. Con questo enunciato B.P. volle concludere la Legge scout: la versione italiana suonerebbe come “Uno scout è pulito nel pensiero, nella parola e nell’azione”. La traduzione di “clean” con “puro”, non è affatto scorretta, anzi: nella lingua inglese il concetto di purezza morale non si indica con “purity” (che riguarda la chimica) ma in parte con “cleanliness”, che riguardando la sfera dell’igiene, rimanda al concetto della purificazione da ogni sporcizia, anche morale. E quindi il termine “clean” raggiunse fin da subito l’obiettivo di essere diretto, franco, schietto. È d’altro canto immediato comprendere come il concetto di Purezza per un cattolico assuma una connotazione tutta particolare: dei puri di cuore ci parla Gesù nel discorso della montagna, e della purezza intesa come “pulizia da ogni peccato” siamo stati tutti ben informati fin da piccoli. Qui va subito premesso che la purezza a cui ci riferiamo non è semplicemente quella di natura sessuale. Perchè: attenzione! la purezza non necessariamente include un’indicazione morale, che può variare alle varie latitudini del mondo e nelle varie epoche. Purezza significa chiarezza, limpidezza, trasparenza… significa disponibilità a farsi “radiografare” senza avere nulla da nascondere, quale che sia poi il codice etico con il quale veniamo giudicati.

La terna di parole a cui la purezza si riferisce sembra essere disposta in progressione crescente: il pensiero governa le parole e quindi le azioni, questo articolo della Legge non ci invita “solo” ad una purezza esteriore, quella delle azioni, ma ci invita ad una purezza profonda, che diventi spontanea, del pensiero appunto. Il nostro pensiero sia quindi libero, sgombro da ambiguità, da incertezze. Questa ricerca della purezza di pensiero può impegnare una vita intera, perché richiede una reale disposizione d’animo a scoprire se stessi senza sotterfugi, a non mentire a noi stessi prima ancora che agli altri, ad essere coerenti negli aspetti fondanti la nostra personalità. Questa purezza di pensiero è la via per la Felicità, quella che lo stesso B.P. ci indica nella Strada verso il Successo. Solo una mente pura (ma aggiungiamoci anche il cuore, va!) può dedicarsi al Prossimo con lealtà e sincerità. Forse è per questo che B.-P. pose questo concetto a conclusione dell’intera Legge: perché esso riveste, riempie, completa, tutti i precedenti, rendendoli profondamente incarnati e non solo vissuti in apparenza. Ma B.P. non si accontenta di proporci la lontananza dai peccati, l’essere buoni e puri: possiamo leggere una trascendenza, una filosofia, nelle indicazioni contenute nella Legge, ma soprattutto dobbiamo leggervi una prassi, un “metodo” attivo e che va condiviso. Ecco allora che al pensiero consegue la parola, e quindi l’azione. La purezza nella parola è raggiunta solo da chi pensa in modo puro, c’è poco da fare. Altrimenti sarà una purezza di facciata. Anche perché qui non si tratta di non dire le parolacce (che in alcuni casi già sarebbe qualcosa), o di bestemmiare o di rispondere male a qualcuno. La purezza nella parola è la franchezza nei contenuti, la schiettezza e la sincerità, l’impegno a dire una cosa e poi a farla… “Ma sia il vostro parlare: Sì, si; o no, no: quel che vi è di più proviene dal male” [Mt. 5,37]

 

puri 2Vi è poi una purezza nell’azione, nell’operato, che è ancora più manifesta, e richiede ancor più onestà intellettuale per risultare efficace e verace, e non semplicemente esteriore. Troppo spesso, scrivevamo, soprattutto ai ragazzi adolescenti, questo articolo della Legge suona come un monito alla continenza sessuale: i pensieri impuri e le azioni impure, che ci ricordano gli atti impuri del Comandamento, vengono così relegati ad una sfera tanto delicata e personale. Certo un richiamo alla sfera sessuale è contenuto in questo articolo, che tra l’altro suona uguale nella versione maschile e femminile. Ma tale richiamo – perché no? – è contenuto anche nel concetto di lealtà (giocare con la propria sessualità e quella altrui non è esattamente indice di lealtà, e questo lo si può affermare anche al di là della morale strettamente religiosa), nel concetto di amicizia e fratellanza, nel concetto di onore… partiamo quindi da una purezza che ci porti ad essere sinceri, senza macchia, senza ombre, non solo nei nostri rapporti di intimità ma in tutti gli aspetti del nostro vivere. Di sicuro non sta a noi giudicare chi ci sta intorno in base alle sue scelte di vita e di comportamento, ma ciò che possiamo e dobbiamo fare è guardare chi non teme di nascondere parte del suo operato dietro a quell’etichetta, chi non teme di dire chi è, quali sono i suoi pensieri, chi non parla bene e poi razzola male, chi si pone nel mondo con la coerenza non già di chi sa di essere puro, ma piuttosto di chi sta faticosamente cercando di raggiungere quella purezza. Chi si presenta in modo trasparente può non essere perfettamente “conforme” allo schema morale condiviso, ma deve essere disposto a spiegare, a chiarire, non deve aver paura di sostenere la sua scelta, anche se controcorrente. Pensiamo a questo quando andiamo a votare per chi ci dovrà governare, senza retorica, senza ironia. La sfera privata di un individuo che si vuole porre a servizio degli altri diviene necessariamente pubblica, perché è inevitabile pensare che chi sia bravo a celare un’identità sia anche bravo a mentire, a mentire a noi che veniamo governati. E chi nega questo passaggio lo fa sicuramente in cattiva fede, e vuole a sua volta nascondere qualcosa. E mentire nella sfera pubblica è la premessa per la corruzione, la demagogia, l’abuso di potere. Ma questo si applica anche a chi “governa” un’Unità scout, a chi educa i ragazzi, perché la prima educazione arriva dall’esempio. Ma questo si applica anche a… tutti coloro che vivono nel mondo… e che con il loro esempio personale lasciano una Traccia dietro di sé, una testimonianza che sia esempio da seguire, che vogliano non limitarsi ad essere belli, bravi e buoni, ma a fare il Bene. E lo Scautismo è in fin dei conti tutto qua, no? (Andrea Padoin)

Quando nella Bibbia si parla di puro ed impuro, il riferimento è sempre nel confronto con il Sacro: è puro ciò che permette di avvicinarsi al luogo sacro, al tempio, per vivere l’incontro con Dio tramite il culto. La purità di cui si parla è in funzione dei riti di culto che l’uomo compie per adorare Dio. Il Sacro è la manifestazione di Dio, santo per eccellenza, “il Santo” come viene presentato nell’Antico Testamento, e sacro e santo è il luogo dove Lui si manifesta. Mosè quando si avvicina per vedere lo spettacolo del roveto che arde e non si consuma, ode una voce che gli dice di togliersi i sandali perché il luogo è sacro. Ancora oggi alcune grandi religioni non ci permettono di entrare nel templi o nei luoghi sacri e nei santuari con le scarpe ai piedi, così l’Islam, così il Buddismo, ecc., consapevoli che siamo davanti alla Presenza e coscienti di quanto siamo piccoli, miseri e peccatori, in una parola, impuri. La purezza è un dono della benevolenza di Dio: è Dio che, dopo il peccato dei progenitori, rende l’uomo capace di incontrarsi con Lui, così a Mosè dice di togliersi i sandali, e a Isaia una Cherubino purifica le labbra; è un dono per il compito a cui sono chiamati verso gli altri uomini. Così l’Alleanza diventerà il centro dell’incontro con Dio. Nessun uomo può pretendere di essere tanto puro da presentarsi davanti alla Presenza misteriosa di Dio Potente e celebrare l’Alleanza con l’Altissimo. La purezza, dono di Dio, viene data per una missione, per un compito umano verso l’umanità intera; entrata nell’uomo all’atto creatore come “immagine e somiglianza” con Dio, fa parte dello spirito originario di ogni uomo, fa parte della vita dell’uomo, quella vita splendida uscita dalle mani di Dio. Definirei la “purezza di pensieri, parole ed azioni” come il desiderio di attuare il progetto creatore di Dio nella quotidianità, e in questo ambito celebrare il culto a Dio nel proprio corpo e nella propria vita, partecipando come popolo insieme a tutti gli altri, alla preghiera rituale nel tempio e incontrandosi con Lui. È chiaro che l’essere puro è un dono della Vita di Dio e, da parte dell’uomo, uno sforzo che investe la persona in tutta la sua dimensione, spirito, anima e corpo. La purezza quindi è un dono gratuito di Dio attraverso Gesù, è un atteggiamento di vita cristiana che, con l’aiuto dello Spirito Santo, possiamo lentamente conquistare per diventare coloro che si accostano a Dio e ai fratelli con lo spirito di Gesù. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5, 8), cioè beati coloro che hanno il cuore limpido dei bambini, dei quali è il regno dei cieli; che hanno la mente pulita e i pensieri trasparenti; che non devono vergognarsi per le loro azioni perché compiute con l’intenzione di far sempre più apparire la bellezza dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, di cui il modello perfetto è Gesù di Nazareth. Beati i puri che, se per la debolezza umana hanno peccato rendendosi impuri, fiduciosi nell’amore e nella misericordia di Dio, sanno chiedere perdono ritrovando il cuore fresco della giovinezza. Beati i puri di cuore perché sapranno scorgere in ogni fratello, bianco o nero, cristiano e non, uomo e donna, l’immagine e la somiglianza con Dio. Beati i puri di cuore perché passeranno in mezzo al fango della nostra società consumistica, con la sua logica politica ed economica spersonalizzante, con le sue menzogne e la sua presunzione, il suo orgoglio e la sua superbia, la sua arroganza e lo strapotere dei potenti, con il cuore libero e sereno, cantando la bellezza della vita e la gioia, aperti alla speranza in Dio. Beati i puri di cuore perché diventeranno in questo mondo operatori di pace, e saranno insultati e perseguitati per la giustizia e saranno oggetto di menzogne da parte di altri uomini a motivo del Figlio dell’Umanità e della lieta notizia che Lui ha annunciato e che essi con la vita testimoniano, perché sapranno essere nella gioia ed esultare per l’abbraccio del tenerissimo cuore di Dio. “Lo Scout è puro di pensieri, parole e azioni” sembra essere il vertice a cui giunge B.P. quando pensa ai “suoi” Scout e alle “sue” Guide, leali e trasparenti, liberi giovani che amano la vita e la donano cantando le lodi di Dio. [Padre Francesco M. Polotto, O.S.M.]

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Legge scout

Buona parte delle riflessioni sono tratte dal libro “chiacchierate sulla legge scout” di Andrea Padoin e P.Francesco Maria Polotto O.S.M.

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