Sono laboriosi ed economi

Meno uno articolo al termine di questa nostra prima rubrica dedicata alla legge scout… L’articolo di oggi è “sono laboriosi ed economi”, andiamo a vedere le sue varie sfaccettature.

laboriosi

“ANDIAMO” NON “ VAI” ,SE VUOI CHE UN LAVORO SIA FATTO..”  Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino Eden,perché lo coltivasse e lo custodisse..

 

L’articolo della Legge scritto originariamente da B.-P. è il più corto e più incisivo del decalogo, e suona secco: “A Scout is thrifty”: “Uno Scout è economo”. Sinonimi di economo sono: parsimonioso, frugale. In Italia l’articolo è divenuto fin da subito “Lo Scout è laborioso ed economo” (ASCI) o “La Guida è laboriosa ed economa, ed ha cura della proprietà altrui” (AGI), aggiungendo contenuti collaterali alla secca definizione del Fondatore. Economo, thrifty, non è avaro o peggio avido: questa accezione si sarebbe tradotta con “greedy” o peggio con scrooge”, che viene dall’omonimo Mr. Scrooge protagonista del Canto di Natale di Dickens, e che molti di noi ricordano nella versione disneyana con Topolino. Economo significa “avveduto nelle spese”, parsimonioso e generalmente essenziale nei suoi consumi. Sicuramente nei 100 anni intercorsi da quando B.P. scrisse questo articolo, molte cose sono cambiate: la parsimonia nell’era del tablet e di ebay ha assunto sicuramente eccezioni diverse da quelle che aveva in epoca vittoriana. Ad esempio la frugalità nei consumi assume ora un significato molto più ampio, più socialmente condiviso: ci indigniamo ad esempio se vediamo il vicino che tiene acceso il riscaldamento in casa e poi tiene le finestre aperte, biasimiamo l’amico che non differenzia i rifiuti.  Ma anche: condanniamo l’amico che cambia cellulare ogni 2 settimane, gettando quello vecchio, o che compra un SUV con motore da 200 cavalli che mangia un litro di gasolio ogni 4 chilometri. E tutto questo in virtù di una tendenza a considerare le risorse non come proprietà esclusiva di qualcuno ma come beni dell’intera umanità. L’invito alla frugalità quindi è ben più ampio della chiamata al risparmio, perché non ci coinvolge solo nell’aspetto economico ma diventa esso stesso indice di convivenza sociale e di rispetto reciproco. Allo stesso tempo però essere economi non significa essere “morti di fame”… il risparmio ad ogni costo non deve confliggere con la nostra disponibilità, la nostra cortesia, il nostro rispetto per l’ambiente…Fare degli esempi a questo punto è fin troppo semplice: pensiamo a quali detersivi compriamo per il campo estivo… soprattutto quando essi vengono poi sversati nel torrente o nel terreno… stiamo sempre attenti a che siano biodegradabili e ad impatto nullo E ancora: quando abbiamo cambiato l’ultima volta la nostra camicia dell’uniforme o il nostro maglione? Non siamo disposti ad andare a scuola o al lavoro con una camicia logora, stinta, ricucita, con un maglione rimagliato, con i buchi e i polsi sdruciti, con un copricapo che non assomiglia più nemmeno ad un reperto di trincea…eppure quando ci viene chiesto perché la nostra uniforme sia così, rispondiamo che lo facciamo per essere economi… non accorgendoci che così non siamo “essenziali” (anche perché altrimenti lo saremmo anche nelle altre situazioni della nostra vita) ma solo un po’ pezzenti. Ancora un esempio: essere economi non significa “non spendere” ma “spendere avvedutamente”…

Per riportare allora al centro il timone del corretto uso della parsimonia, è sembrato allo Scautismo ed al Guidismo italiani di dover aggiungere all’articolo della Legge la parola “laboriosità”, che chiarisce il tema. Lo Scout e la Guida sono laboriosi perché preferiscono realizzare le cose con le proprie mani ed il proprio ingegno piuttosto che comprarle già fatte. In questo sono economi. Ai ragazzi delle nostre Unità non proponiamo di laboriosi 1acquistare una camicia da 5 euro, perché questo va contro tanti altri ma proponiamo piuttosto di fare qualche lavoretto per guadagnarsi la camicia da 25 euro, proponiamo di rinunciare all’ultimo videogioco come regalo di Natale per farsi regalare il cappellone, proponiamo di fare un’attività di autofinanziamento per poter andare al Campo “ad impatto zero” senza gravare sulle casse famigliari più del dovuto. Essere economi nello Scautismo non significa “spendere poco”, significa “spendere bene” e “meritarsi ciò per cui si spende”. Essere laboriosi nello Scautismo non significa annientarsi di lavoro, significa non essere pigri, pensare sempre che ciò che abbiamo deve essere frutto del nostro lavoro, della nostra intraprendenza, del nostro sacrificio, se necessario. Il lavoro nobilita, non annichilisce l’uomo. E non dimentichiamo che “si impara da piccoli a diventare grandi”… le buone abitudini acquisite da ragazzi rimangono per tutta la vita, e sono lo scopo primario della nostra azione educativa. Se vissuto a fondo, senza infantilismi, questo articolo della Legge ci richiama ad un impegno sociale molto forte e molto attivo: non si può essere laboriosi ed economi solo per sé stessi, senza portare i frutti di questo nostro impegno nell’ambiente in cui viviamo. In questo modo, riprendendo il solito tormentone del Fondatore, non ci limitiamo ad essere buoni, ma ci attiviamo per portare un po’ di bene attorno a noi.

Questo articolo della Legge scout/guida può essere variamente interpretato a seconda del punto di vista in cui ci si pone. Se lo riflettiamo nella logica educativa umana o nell’andamento economico del momento presente, l’articolo può diventare un freno alla cupidigia di possedere, di acquistare i vestiti griffati e di spendere senza ragionare sulla necessità o meno di un acquisto; può aiutare a porre attenzione non solo a non sprecare i beni, ma anche a custodirli. Se lo stesso articolo lo si interpreta però riferendosi alla Parola di Dio, allora secondo me tutte le cose cambiano aspetto e valore. Andiamo per ordine. La Bibbia inizia con: “In principio Dio creò il cielo e la terra”, dove quel “in principio” non significa quando avvenne il Big Bang (quello me lo devono dire gli scienziati), ma “in principio” vuol dire nel mistero di Dio, quando cioè Egli ha deciso che il suo Progetto d’amore si rivelasse nella storia; quando questo avvenne non lo può dire nessuno, solo la Fede aiuta a gettare lo sguardo sul Mistero, come avviene per lo sguardo di un bambino verso il cielo infinito. Al vertice della creazione Dio pone l’uomo, suo capolavoro, fatto “a immagine e somiglianza di Dio”, cioè creato in modo da poter contemplare il Mistero nascosto di Dio in quanto partecipe del Mistero stesso di Dio. Completata l’opera, Dio è contento di ciò che ha creato e guardandolo “vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona/bella!”.

Nella lettura dello stupendo capitolo 1 del libro della Genesi si sente la piena soddisfazione di Dio per aver fatto una cosa splendida, e Lui la contempla, ma non solo: “benedisse il settimo giorno e lo consacrò perché in esso aveva cessato ogni lavoro che aveva fatto creando”, e il settimo giorno sarà punto di riferimento per l’uomo, per la risurrezione di Gesù, per la venuta dei cieli nuovi e della terra nuova. L’Artista grande, Dio, guarda l’opera che ha creato, la vede viva e bella, la contempla e ne fa dono all’uomo “perché la coltivi e la custodisca”, perché abbia da trarre da essa il pane, il vino e l’olio per la gioia della tavola. È allora in quest’ottica biblica che si può leggere il nono articolo della Legge. Lo Scout è laborioso perché chiamato da Dio a coltivare la terra e a custodirla, ciò significa collaborare con Dio per renderla sempre più abitabile e umana. Coltivare la terra non necessariamente significa fare il contadino o impegnarsi in qualche lavoro a stretto contatto con la terra, anche se questo aiuterebbe a capire quanto è prezioso il pane che mangiamo, il riso che troviamo a tavola, l’acqua e tutti gli altri alimenti di cui ci nutriamo, ma significa assumere la responsabilità di quanto Dio ha donato all’uomo. Anche l’essere economo, seconda voce dell’articolo della Legge, si inerisce nello spirito della Bibbia e lo si comprende bene: l’essere economo non vuol dire né chiuso né tanto meno avaro, ma nemmeno parsimonioso quasi da comportarsi come la formica che accumula per l’inverno; piuttosto, il giovane economo è attento a non sprecare perché è cosciente che quanto per lui è non-necessario per vivere, può essere utile o necessario a un altro, se non addirittura essenziale per la sussistenza di un suo uguale, meno fortunato e forse meno abile, ma un fratello di cui è responsabile. Il nono articolo della Legge, interpretato secondo la Bibbia e il Vangelo, apre orizzonti vasti di vita: aiuta a non affannarsi e a non cadere in depressione, ma apre alla fiducia in Dio creatore che ha posto ogni cosa nelle nostre mani, spinge ad utilizzare l’intelligenza. Il senso dell’invito di Gesù ai discepoli, a noi, di vivere abbandonandoci con fiducia a Dio non significa trascorrere le giornate in ozio, tanto ci pensa Dio, ma sprona ad assumere con responsabilità la collaborazione con Dio, con serenità e gioia, senza ansia. Quello che conta non è il vestito griffato, ma la persona che sta dentro il vestito; è la persona lo splendore della creazione, “immagine e somiglianza di Dio” che rende piacevole il vestito, non il contrario, è per questo che l’uomo e la donna nel Paradiso terrestre erano nudi, senza vestiti, nello splendore della bellezza uscita dalle mani di Dio, ed erano felici. “Lo Scout è laborioso ed economo” è un articolo impegnativo, che richiede maturità per assumerlo e farlo proprio nella vita quotidiana, dai Capi prima, e poi dai giovani uomini e donne del cammino, perché esso si trasformi da un aspetto sociale di laboriosità ed economia ad una dimensione di scelta profonda di vivere da veramente da Scout. (Padre Francesco M. Polotto, O.S.M.)

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Buona parte delle riflessioni sono tratte dal libro “chiacchierate sulla legge scout” di Andrea Padoin e P.Francesco Maria Polotto O.S.M.

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