Amano e rispettano la natura

Iniziamo questa nuova settimana con il sesto articolo; ” amano e rispettano la natura”; sembra una cosa semplice, scontata e facile da fare, si pensa al non gettare le carte a terra, a non calpestare le aiuole e ad altri piccoli gesti che dovrebbero essere di uso comune; andiamo a vedere più attentamente cosa invece vuole dici questo articolo.

natura

 

Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire , potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto del vostro meglio.

 

La formulazione originale di questo articolo era ben diversa, B.P. l’aveva pensato come: “A Scout is a friend to animals” il quale è effettivamente un po’ riduttivo se inserito in un contesto di diffusa sensibilità ecologica come quello in cui viviamo oggi. Il rispetto della natura ai tempi del Fondatore non era avvertito come un tema così delicato: sia perché l’uomo non aveva ancora raggiunto risultati tecnologici e scientifici tali da mettere a repentaglio l’ambiente naturale in modo tanto radicale, sia perché l’attenzione era tutta rivolta agli esseri viventi, sui quali l’uomo può essere capace di inaudita crudeltà. L’amore per le piante e gli animali (ovvero per la natura nella sua interezza) non nasce da un sentimento ecologista fine a sé stesso, ma è la conseguenza diretta del dettato biblico che impone all’uomo il rispetto del Creato. Cioè non siamo chiamati a rispettare la natura per un fine egoistico (non inquino per non dover vivere io stesso in un ambiente inquinato) ma per amore e rispetto di Dio, della sua opera magnifica ed eterna. Non siamo infatti chiamati solo a “rispettare” la natura, ma ad amarla, che è un concetto ben diverso: si ama nell’intimo di noi stessi, ed il rispetto non è che un atteggiamento di superficie che possiamo tributare anche a chi disprezziamo, se costretti. Ma quel termine “amano” non si ferma a produrre in noi un senso di rispetto per la natura. Per la solita mia volontà di “alzare il tiro”, e di considerare lo Scout non come “un buono” ma come “un operatore di bene”, posso affermare con sicurezza che amare la natura significhi non solo tutelarla ma anche “ripristinarla”, cioè operare attivamente per riparare ai danni fatti da altri. Se allarghiamo lo sguardo a tutte le implicazioni cui questo “amore” incondizionato può portare, ci rendiamo conto che l’articolo della Legge assume un’importanza veramente globale nella vita di una persona. Il modo migliore per chiarire quanto ampia possa essere la prospettiva è quello di fare degli esempi:

  • muoversi cercando di non inquinare: preferire la bicicletta all’auto, i mezzi pubblici ai propri, non acquistare auto che consumano in modo abnorme (i SUV?), tenere d’occhio i fumi di scarico…
  • cercare di vivere in una casa a basso consumo energetico, riscaldata in modo efficiente e rinnovabile, ben isolata; mantenere una temperatura interna moderata, preferire il gas al gasolio, i pannelli solari al gas, il riscaldamento a bassa temperatura ai radiatori convenzionali…
  • nutrirsi di cibi locali, evitando quelli che prendano l’aereo per arrivare in tavola (semplicemente perché fuori stagione), evitare gli alimenti che sappiamo ottenuti da processi zootecnici violenti; bere l’acqua di provenienza locale (quando quella corrente è inquinata)
  • pensare in ottica di “km zero” anche quando ci vestiamo, quando compriamo uno zaino o una scarpa…
  • riciclare riciclare riciclare…
  • essere sensibili alle tematiche energetiche, all’uso dell’energia solare o eolica invece che alla corsa all’energia nucleare, alle politiche di contenimento dell’emissione di gas serra, di riduzione dell’uso di combustibili fossili, di ottimizzazione delle risorse idriche, forestali, ambientali.

Certo, vivere in questo modo ha un costo, e spesso non ci possiamo permettere le albicocche ecologiche o il coniglio a km zero, o il detersivo biodegradabile… spesso preferiamo comprare in una bancarella una camicia cinese piuttosto che spendere pochi euro in più per quella prodotta in zona. Ma questi atteggiamenti della nostra vita quotidiana dovrebbero essere la base del nostro agire nel rispetto del Creato. Dico la base, perché se poi vogliamo anche “fare il bene” oltre che “essere buoni” dobbiamo fare di più: dobbiamo fare opera di sensibilizzazione, dobbiamo riuscire ad andare in montagna a impatto zero, ed anzi, tornare a valle con qualche sacchettino di rifiuti che han lasciato in giro altri meno accorti di noi.

natura 1UTOPIA?

L’articolo della Legge ci ricorda che noi non siamo i padroni dell’ambiente in cui viviamo. Chi ci dice nelle pubblicità televisive che l’aria, l’acqua, la natura appartengono ai nostri figli, mente: non appartengono nemmeno a loro. Tutto ciò che ci circonda è opera del Creatore, così come la nostra stessa vita e la vita degli esseri che ci circondano; noi non siamo che custodi di quest’opera, e di questa custodia presto o tardi ci verrà chiesto di render conto. Lo stupore immenso che avvertiamo quando arriviamo in cima ad una montagna e il nostro sguardo spazia a 360 gradi all’orizzonte deve subito trasformarsi in riconoscenza, in gratitudine per l’immenso amore di cui siamo partecipi; e lo spregio a questo amore è il peggior tradimento che l’animo umano possa concepire, perché non esiste tradimento peggiore di quello rivolto a chi ci ama davvero. (Andrea Padoin)

Per aiutarci nella riflessione, ci poniamo dal punto di vista dello Scout-soggetto, cioè la persona che vede, ma non vede tanto con la semplice percezione dell’occhio, ma penetrare affondo con lo sguardo usando il cuore e l’intelligenza. Il soggetto che vede con il cuore e l’intelligenza, non è superficiale, ma si lascia coinvolgere da quello che vede: diventa poeta, e mistico! La natura e gli animali che si vedono, fanno sentire la loro voce, parlano. Nessuna creatura è muta: la montagna parla e a volte urla, il torrente mormora, l’erba, gli alberi, gli animali, gli uccelli, ognuno secondo la propria natura, comunica e parla della meravigliosa opera del Creatore. Molte rivelazioni della bibbia provengono dal “vedere” del soggetto, ad esempio Mosè vede un roveto che arde, ma non si consuma (Es 3, 3) si avvicina e Dio si rivela. Il libro del grande profeta Isaia, inizia con la parola “visione” che fa parte della percezione spirituale e intellettiva della persona; e al capitolo 6 il profeta descrive la visione nella quale è coinvolto: “…io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato…” e dalla visione riceve da Dio la chiamata ad essere profeta, alla quale risponde con entusiasmo: “Eccomi, manda me”.

Quando si guarda con intelligenza e cuore, nasce subito un sentimento di meraviglia e dal cuore esce lo stupore per l’opera di Dio Il creato deve essere oggetto di cura e di rispetto da parte dell’uomo: la Guida, lo Scout “ama le piante e gli animali”. Personalmente interpreto l’atteggiamento della Guida e dello Scout non con la parola amore, ma con rispetto e cura che sfociano in una forma di affetto e di benevolenza. L’amore invece è quel sentimento profondo e vivo riservato all’uomo verso i suoi pari e verso Dio: l’amore vero richiede libertà, gratuità, scelta personale; in una parola l’Amore è dono e solo chi è libero può donare amore, come Gesù, uomo libero, ha amato fino alla morte e risurrezione; come ogni uomo e donna sanno amare donandosi reciprocamente fino a vedere il proprio amore prendere carne in un figlio. Oggi troppe persone trattano gli animali, specie cani, gatti e animali da compagnia, come persone e riversano sugli animali il loro amore, ma sono forme deviate di un sentimento che è proprio dell’uomo e a lui riservato.

“Vicino al portico della stalla del mio convento, oggi purtroppo vuota, è rimasta una targhetta con stampata la “Preghiera del cane” che una persona ha murato vicino alla cuccia. È molto bella e ripercorre ciò che il cane fa per il suo padrone e l’affettuosa fedeltà che gli dimostra secondo il suo istinto, e si conclude così:

“O Signore, fa che come io sono sempre veramente cane, egli sia sempre veramente uomo”.[Padre Francesco M. Polotto, O.S.M.]

Ognuno secondo la propria dignità, il cane ciò che spetta al cane e all’uomo ciò che Dio riserva per l’uomo. saper distinguere le cose e i sentimenti, credo faccia parte dell’azione educativa di Guide e Scout, per aiutarli a crescere da veri uomini e donne, soprattutto quando durante l’adolescenza scoprono le loro potenzialità e le loro capacità a rapportarsi con Dio e gli altri uomini, ma anche con il creato, le piante e gli animali, in modo libero e liberante.

<<5° Articolo: sono cortesi

7° Articolo: sanno obbedire>>

Buona parte delle riflessioni sono tratte dal libro “chiacchierate sulla legge scout” di Andrea Padoin e P.Francesco Maria Polotto O.S.M.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.